16 settembre 2008

EUR - Itinerari culturali... in Vespa

E’ domenica (14 settembre 2008).
Non ho impegni di lavoro e decido di regalarmi una visita all’EUR (uno dei quartieri di Roma che ha sempre stuzzicato il mio interesse), macinando ancora qualche chilometro in Vespa.
Il tempo non è convenientemente bello… ma non piove. Anzi, il sole sembra avere la meglio sulle nuvole oscure ed io tifo per lui. E così, dopo aver assicurato la custodia della mia macchina fotografica al gancio posto sotto la sella, avvio la mia Gittì.
Il quartiere chiamato oggi EUR, sorge su un’area che fin dal 1936 era stata scelta quale luogo dell’Esposizione Universale di Roma, programmata per celebrare nel ’42 il ventesimo anniversario della marcia su Roma e mai compiuta a causa dello scoppio del secondo conflitto mondiale.
Il quartiere, completato solo dopo la fine della guerra, conserva alcuni degli edifici più significativi di quell’idea di città che l’architettura italiana, alle soglie degli anni Quaranta, andava definendo. Edifici che rispettano la concezione tipicamente romana dell’architettura attraverso la loro imponenza; le loro forme auliche che esprimono e tramandano la grandezza e la forza di un popolo, consapevole erede del suo passato.
Ciò che caratterizza l’impianto urbanistico di grande respiro, organizzato secondo ipotesi monumentali, sono le ampie strade che mettono in risalto i singoli edifici, ben distaccati tra loro e disposti e organizzati con regolarità e ritmo, così da metterne in risalto le diverse architetture.
L’ispirazione ai modelli classici è evidente nello schema planimetrico impostato su di un sistema di assi principali, ortogonali tra loro, come quello dell’Acropoli di Selinunte, che ripropone lo schema urbanistico prescelto dai Romani: l’ampio viale centrale in direzione nord-sud (cardo), attuale via Cristoforo Colombo, è tagliato trasversalmente da strade secondarie (decumani) e suddivide l’area in isolati quadrangolari.
L’edificio che assume il ruolo di icona architettonica del Novecento e di perno figurativo e territoriale dell’intera area è il Palazzo della Civiltà Italiana, meglio conosciuto come Palazzo della Civiltà del Lavoro o Colosseo quadrato.
Costruito tra il 1938 e il 1943, è alto circa 50 metri, con forma simile ad un cubo, e presenta sulle quattro facciate identiche nove archi per ciascuno dei sei piani.
Sull’attico di tutti e quattro i fronti si legge la seguente iscrizione: UN POPOLO DI POETI DI ARTISTI DI EROI / DI SANTI DI PENSATORI DI SCIENZIATI / DI NAVIGATORI DI TRASMIGRATORI.

Agli angoli della piattaforma superiore sono collocati quattro gruppi equestri che raffigurano i Dioscuri, mentre il piano terreno è decorato con ventotto statue che illustrano arti e mestieri.

Sulla via Ciro il Grande domina la scultura bronzea di Italo Griselli, raffigurante in origine il Genio del Fascismo, che, modificata nel dopoguerra con l’applicazione sulle mani di guanti da lottatore, rappresenta oggi il Genio dello Sport.

Sempre lungo la via Ciro il Grande, sulla parete a destra dell’ingresso dell’edificio noto come “Commissario”, è esposto il bassorilievo in travertino realizzato da Publio Morbiducci che illustra la storia della città eterna. Nel fregio sono riconoscibili numerosi edifici della Roma antica e moderna e alcuni dei principali protagonisti della storia romana, tra i quali Romolo, Remo, Giuseppe Garibaldi e Benito Mussolini.

Proseguendo in via dell’Architettura si arriva a piazza G. Agnelli su cui si affaccia il Museo della Civiltà Romana, complesso architettonico costituito da due edifici speculari che presentano immense pareti cieche, unite ad una estremità da un portico a colonne di travertino, rialzato sopra una gradinata. Le due pareti cieche sono interrotte, al centro, dai due ingressi monumentali nascosti da stretti corridoi, fiancheggiati da imponenti colonne lisce in travertino.

La mia Gittì sembra proprio a suo agio in queste strade così ampie e dall’asfalto ben curato.
Raggiungo la grande piazza centrale G. Marconi, un tempo Piazza Imperiale, che richiama, per le dimensioni e la compostezza, i grandi spazi delle Agorà dei centri ellenistici.
Al centro della piazza è collocato una stele, alta circa 45 metri, opera di Arturo Dazzi che rappresenta le Danze, Guglielmo Marconi, la Caccia, le Voci della radio, il Sabato Santo e i Canti d’amore.

Lungo il lato nord-est della piazza si trova il Palazzo delle arti e Tradizioni Popolari.
Il prospetto esterno del palazzo, rivolto verso il viale della Civiltà Romana, è decorato con il mosaico raffigurante Le Corporazioni realizzato da Enrico Prampolini. Di fronte, invece, è collocato il mosaico che rappresenta Arti, Mestieri e Professioni compiuto da Fortunato Depero per la parete del Museo delle Scienze. I due mosaici, posti sulla testata esterna degli edifici, oltre i portici, fungevano da raccordo decorativo tra la “città italiana dell’economia corporativa” e la “città dell’arte”, simbolicamente rappresentate nei due palazzi.

Sulla zona più elevata del quartiere è ben visibile la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo.
Nobilitata alla dignità di basilica nel 1965, la chiesa fu realizzata dall’architetto Arnaldo Foschini. Una lunga scalinata consente di raggiungere l’edificio che sorge al centro di una vasta piazza fiancheggiata da due padiglioni porticati con archi a sesto acuto.
In cima alla scalinata sono collocate due grandi statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo.

Ritorno in via Cristoforo Colombo e raggiungo il Laghetto Artificiale dell’EUR, vivace meta di attività sportive e ricreative. Concluso nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma è situato nel parco centrale, ha una forma rettangolare ed è lungo complessivamente un chilometro e largo, nel punto massimo, circa 150 metri.

Sarebbero ancora molte le cose da svelare, soprattutto i parchi (di Valfiorita, del Ninfeo e del Turismo) e il Giardino delle Cascate, ma ho altri impegni e, cosa un po’ più preoccupante, il tempo sembra peggiorare.
Così concludo la mia visita e, contento per le piacevoli scoperte artistiche ed architettoniche, faccio ritorno a casa… asciutto!!
Tutte le foto qui.

Salutotutti!

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