Così, per ricordare questo piccolo gioiello a due ruote, riporto, integralmente, l'articolo (correlato da alcune immagini) pubblicato sul sito vespa.com
"E’ il 1963, l’Italia e l’Europa vivono in pieno il boom
economico avviatosi negli anni della ricostruzione. Vespa è al culmine del suo
successo: a neppure venti anni dal suo debutto oltre due milioni di veicoli
corrono sulle strade di tutto il mondo. Ma è un mondo che sta cambiando
rapidamente, il benessere economico, il baby boom, rivolgimenti culturali
portano prepotentemente sulla scena un nuovo soggetto sociale, i giovani. Una
generazione nuova, che di lì a pochi anni renderà drammatica la sua rottura con
gli schemi che avevano regolato la società sin dal diciannovesimo secolo,
reclamando indipendenza, e urlando una voglia assoluta di libertà.
Vespa, ancora una volta, anticipa i tempi facendosi interprete di un bisogno che ancora stenta a rendersi palese. Nasce così Vespa 50. La cilindrata più piccola, sullo scooter più famoso, per offrire ai teenagers quella libertà che solo l’indipendenza nella mobilità può regalare. Leggerissima (meno di 70 Kg), maneggevole, facilissima da guidare Vespa 50 adotta una scocca tutta nuova, più piccola delle 125 e 150cc allora in produzione. E con Vespa 50 nasce la definizione di “Vespino”, che da allora e fino ai giorni nostri dividerà la storia di Vespa in due grandi famiglie, caratterizzate dalla scocca piccola (poi declinata nelle cilindrate 50, 125 e 150cc) e dalla scocca grande che, partendo da 125 crescerà fino alle recenti Vespa GTS/GTV 300 passando per vere pietre miliari come GTR, Rally e PX. Da un punto di vista tecnico Vespa 50 fu un progetto del tutto nuovo, l’ultimo firmato da Corradino D’Ascanio, progettista della prima Vespa: il motore era ovviamente un monocilindrico 2T, da 1,5 Cv, a tre marce, alimentato da miscela benzina/olio al 2% con il cilindro che passava dalla posizione orizzontale a una inclinazione di 45°. I cerchi da 9 pollici erano in tinta con la carrozzeria e la sella di dotazione (monoposto) poteva essere sostituita con una seduta più lunga. La prima serie prodotta fu caratterizzata esteticamente da uno sportello carter più piccolo di quello montato poi sulle evoluzioni che seguirono.
Un particolare che ancora
oggi segnala la originale “prima serie” del Vespino, ricercatissima dai
collezionisti di tutto il mondo. La fortuna commerciale fu tale che le
successive versioni si succedettero senza interruzioni per tutti gli anni ‘60,
affinando sempre Vespa 50 e portando alle varie serie “N” (nuova fanaleria),
“L” (con un nuovo ammortizzatore), “R” (l’ultima serie con faro tondo). La vera
rivoluzione tecnica e stilistica del Vespino arriva nel 1969 con la nascita
della Special, la “Vespa indistruttibile”, una delle più famose e più amate,
tanto da diventare un simbolo degli anni ’70 e ’80. Prodotta fino al 1982, la
Special fu la prima Vespa 50 ad adottare le ruote da 10 pollici (nel 1972) e il
cambio a 4 marce (nella sua terza serie del 1975). Nella sua versione
“Elestart” del 1969 la 50 Special è stata la prima Vespa con avviamento
elettrico. Ma la storia di Vespa 50 non si ferma alla Special. Le nuove
versioni e le serie degli anni ’80 e ’90, le PK e le HP hanno tessuto un filo
che nel 1996 ha portato fino alla nascita di Vespa ET2 50.
Modello che, nel
2000, ha adottato il primo motore monocilindrico 50cc 4T su Vespa. Oggi la
cilindrata 50 è offerta sia nella versione 2T sia in quella 4T ed equipaggia Vespa
LX e Vespa S. Modelli di grande successo che, anche da un punto di vista
stilistico, continuano l’epopea Vespa 50, una pietra miliare nella storia delle
due ruote."
Salutotutti!!
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