Capita che, a volte, diventiamo nostalgici.
Capita!
E’ successo anche a me… quest’estate…davanti alla tivvù… con “Starsky & Hutch” e “Mork & Mindy”.
Qualcuno ha deciso di utilizzare l’arma della nostalgia per conquistare i telespettatori Italiani con le serie televisive classiche degli U.S.A. anni ‘70,’80 e’90.
E’ accaduto durante il mese delle vacanze per eccellenza: agosto.
Capita, a volte, di riuscire nell’intento… E’ successo, almeno con me è successo!!
Ricordo, allora, i primi anni ’80.
La mia famiglia si era trasferita da poco nel nuovo appartamento sito al primo piano (di due) di una delle quattro scale delle “palazzine gialle” – così ribattezzate per via del loro colore – costruite all’ingresso del paese sulla strada per Taranto, a pochi chilometri dal capoluogo e dal suo grigio agglomerato industriale, l’ex “Italsider”. Mio padre, come molti altri papà della provincia, lavorava lì. Gli appartamenti erano stati costruiti per ospitare i suoi dipendenti. Tante giovani famiglie con prole al seguito. Uno, due, tre figli per famiglia. A volte anche quattro, come nel nostro caso… Qualche altra famiglia, invece, con prole da guinnes.
Ricordo che avevo tanti amici con cui giocare.
Ricordo:
- la confusione nel cortile finché arrivava la “controra” e allora tutti in religioso silenzio;
- le interminabili partite di calcio intervallate soltanto dalla pausa pranzo, altrimenti botte;
- le figurine “Panini” dei calciatori, vinte e perdute giocando sui gradini del portone di casa;
- il gioco del nascondino e quello delle biglie;
- i tornei di Wrestling imitando le imprese di Tigerman (l’Uomo Tigre) con tanto di maschere fatte in casa per personaggi inventati e dai nomi più esotici… Le botte, però, quelle erano autentiche. Un giorno le prendevi, il giorno dopo anche. Magari, qualche volta, capitava anche di darle. Ti arrendi?? Si, mi arrendo… e finiva là;
- i chilometri percorsi sulla bici ma, categoricamente, su una ruota intorno alla palazzina fino a farmi venire il mal di testa... Ricordo la mia bici, una Graziella rossa truccatissima, con il cartone tra i raggi delle ruote per simulare il rumore del motore e la sella lunga tipo chopper.
Ricordo, ancora, i cartoni giapponesi ed in particolare Goldrake, Jeeg Robot d’acciaio, Mazinga Z e il Grande Mazinga. Ma anche Gundam, Danguard, Capitan Harlock… Ed ancora Supergulp e le avventure di Nick Carter. E poi Remì e Candy Candy … giusto per versare qualche lacrima.
Ricordo che ogni sera io e mio fratello più piccolo dovevamo lottare con i due più grandi perché sull’unica tivvù di famiglia, quasi in contemporanea, programmavano Goldrake ed Happy Days. Loro, i più grandi, pretendevano di vedere Happy Days e noi Goldrake. Nulla, però, potevano fare i “nostri magli perforanti o l’alabarda spaziale” contro le performance del grande Fonzarelli, detto “Fonzie” ma, soprattutto, contro l’autorità imposta dai due big di casa.
Ricordo bene Fonzie il meccanico. Il latin lover di grande successo, mai spettinato, con il giubbotto di pelle e i bluejeans … a cavallo di una moto.
Una moto?!?
Da qualche parte ho letto che durante le varie stagioni della fortunatissima sit-com televisiva statunitense, Fonzie “cavalcò” diverse motociclette. Scrivo “cavalcò” e non “guidò” perchè in realtà, il più delle volte, durante le riprese del telefilm, quelle motociclette erano appoggiate su un carrello mobile che veniva trainato.
Cito solo alcune delle custom viste in Happy Days e cavalcate da Fonzie: Triumph 500 cc Twin, Triumph Trophy 650; Harley Davidson Panhead, Harley Davidson Knucklehead e Harley Davidson Sportster.
Capita!
E’ successo anche a me… quest’estate…davanti alla tivvù… con “Starsky & Hutch” e “Mork & Mindy”.
Qualcuno ha deciso di utilizzare l’arma della nostalgia per conquistare i telespettatori Italiani con le serie televisive classiche degli U.S.A. anni ‘70,’80 e’90.
E’ accaduto durante il mese delle vacanze per eccellenza: agosto.
Capita, a volte, di riuscire nell’intento… E’ successo, almeno con me è successo!!
Ricordo, allora, i primi anni ’80.
La mia famiglia si era trasferita da poco nel nuovo appartamento sito al primo piano (di due) di una delle quattro scale delle “palazzine gialle” – così ribattezzate per via del loro colore – costruite all’ingresso del paese sulla strada per Taranto, a pochi chilometri dal capoluogo e dal suo grigio agglomerato industriale, l’ex “Italsider”. Mio padre, come molti altri papà della provincia, lavorava lì. Gli appartamenti erano stati costruiti per ospitare i suoi dipendenti. Tante giovani famiglie con prole al seguito. Uno, due, tre figli per famiglia. A volte anche quattro, come nel nostro caso… Qualche altra famiglia, invece, con prole da guinnes.
Ricordo che avevo tanti amici con cui giocare.
Ricordo:
- la confusione nel cortile finché arrivava la “controra” e allora tutti in religioso silenzio;
- le interminabili partite di calcio intervallate soltanto dalla pausa pranzo, altrimenti botte;
- le figurine “Panini” dei calciatori, vinte e perdute giocando sui gradini del portone di casa;
- il gioco del nascondino e quello delle biglie;
- i tornei di Wrestling imitando le imprese di Tigerman (l’Uomo Tigre) con tanto di maschere fatte in casa per personaggi inventati e dai nomi più esotici… Le botte, però, quelle erano autentiche. Un giorno le prendevi, il giorno dopo anche. Magari, qualche volta, capitava anche di darle. Ti arrendi?? Si, mi arrendo… e finiva là;
- i chilometri percorsi sulla bici ma, categoricamente, su una ruota intorno alla palazzina fino a farmi venire il mal di testa... Ricordo la mia bici, una Graziella rossa truccatissima, con il cartone tra i raggi delle ruote per simulare il rumore del motore e la sella lunga tipo chopper.
Ricordo, ancora, i cartoni giapponesi ed in particolare Goldrake, Jeeg Robot d’acciaio, Mazinga Z e il Grande Mazinga. Ma anche Gundam, Danguard, Capitan Harlock… Ed ancora Supergulp e le avventure di Nick Carter. E poi Remì e Candy Candy … giusto per versare qualche lacrima.
Ricordo che ogni sera io e mio fratello più piccolo dovevamo lottare con i due più grandi perché sull’unica tivvù di famiglia, quasi in contemporanea, programmavano Goldrake ed Happy Days. Loro, i più grandi, pretendevano di vedere Happy Days e noi Goldrake. Nulla, però, potevano fare i “nostri magli perforanti o l’alabarda spaziale” contro le performance del grande Fonzarelli, detto “Fonzie” ma, soprattutto, contro l’autorità imposta dai due big di casa.
Ricordo bene Fonzie il meccanico. Il latin lover di grande successo, mai spettinato, con il giubbotto di pelle e i bluejeans … a cavallo di una moto.
Una moto?!?
Da qualche parte ho letto che durante le varie stagioni della fortunatissima sit-com televisiva statunitense, Fonzie “cavalcò” diverse motociclette. Scrivo “cavalcò” e non “guidò” perchè in realtà, il più delle volte, durante le riprese del telefilm, quelle motociclette erano appoggiate su un carrello mobile che veniva trainato.
Cito solo alcune delle custom viste in Happy Days e cavalcate da Fonzie: Triumph 500 cc Twin, Triumph Trophy 650; Harley Davidson Panhead, Harley Davidson Knucklehead e Harley Davidson Sportster.
Qui sotto, qualche anno più tardi, Fonzie a cavallo di una bella Vespa a Piazza di Spagna. Questa volta senza appoggio!!
“Le ragazze si cambiano, gli amici no”.Parola di Fonzie.
Salutotutti!!
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